“Imparare a camminare ti rende libero. Imparare a danzare ti dà la libertà più grande di tutte: esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei.” (Melissa Hayden)

La danza è sport: richiede coordinazione, potenziamento muscolare e resistenza. Allo stesso tempo, la danza è espressività: “…è l’espressione della vita attraverso il corpo”, sosteneva Marcel Mauss, antropologo, sociologo e storico francese.

Le origini della danza risalgano all’era paleolitica: era parte integrante dei rituali, serviva ad entrare in contatto con le divinità, quindi forma di preghiera ed unione tra le persone nelle feste popolari. Anche nell’Antica Grecia le rappresentazioni erano considerate momento di aggregazione collettiva… per poi arrivare alla Corte di Francia, quando Luigi XIV fondò l’Academie Royale de la Dance e la Scuola Nazionale di Danza. In tempi più recenti, alla fine del XIX secolo, iniziò a svilupparsi la danza moderna, in contrasto alla rigidità della danza accademica: una danza libera in cui il ballerino ascolta il proprio corpo ed improvvisa, esprimendo la propria personalità.

Fin dalle origini, la danza è sempre stata considerata, e viene considerata tutt’ora, qualcosa che va al di là del gesto motorio: richiede impegno mentale, sentimentale ed emotivo. La danza richiede di mettere in gioco sé stessi, ascoltare il proprio corpo ed esprimersi attraverso il movimento, entrando in sintonia ed in relazione con l’ambiente circostante.

Questo notevole valore aggiunto è fonte di crescita per i nostri ragazzi che, entrando in contatto con il proprio corpo e la propria mente, possono imparare ad esprimere a pieno le proprie emozioni e la propria personalità. Attraverso questo processo, diversi saranno gli effetti su capacità attentive, immaginazione, concentrazione, processi motivazionali ed autostima.

“La danza comincia ove la parola si arresta” - (Alexandre Tairoff)

Matilde Poluzzi
atleta agonista di danza sportiva, laureata in Scienze e tecniche psicologiche